La Parola che conta: Lunedì 7 ottobre 2024 (rito ambrosiano)

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Lunedì della settimana della VI Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

Memoria della B.V. Maria del Rosario

EPISTOLA 2Tm 2, 16-26
Seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, evita le chiacchiere vuote e perverse, perché spingono sempre più all’empietà quelli che le fanno; la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi vi sono Imeneo e Filèto, i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. Tuttavia le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e ancora: «Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore ». In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla; alcuni per usi nobili, altri per usi spregevoli. Chi si manterrà puro da queste cose, sarà come un vaso nobile, santificato, utile al padrone di casa, pronto per ogni opera buona. Sta’ lontano dalle passioni della gioventù; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. Evita inoltre le discussioni sciocche e da ignoranti, sapendo che provocano litigi. Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, capace di insegnare, paziente, dolce nel rimproverare quelli che gli si mettono contro, nella speranza che Dio conceda loro di convertirsi, perché riconoscano la verità e rientrino in se stessi, liberandosi dal laccio del diavolo, che li tiene prigionieri perché facciano la sua volontà.

SALMO Sal 85 (86)

Mostrami, Signore, la tua via.

Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche
Fra gli dèi nessuno è come te, Signore,
e non c’è nulla come le tue opere. R

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio. R

Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella tua verità io cammini;
tieni unito il mio cuore,
perché tema il tuo nome.
Ti loderò, Signore, mio Dio, con tutto il cuore
e darò gloria al tuo nome per sempre. R

O Dio, gli arroganti contro di me sono insorti
e una banda di prepotenti insidia la mia vita,
non pongono te davanti ai loro occhi.
Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà. R

VANGELO Lc 21, 5-9
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Paolo si rivolge a Timoteo con un accorato appello perché il suo parlare sia essenziale e non ceda a chiacchiere inutili e dannose: è un’indicazione sapienziale frutto dell’esperienza dell’Apostolo che aveva studiato anche la retorica, l’arte del discorrere. Ma qui siamo a un livello ancora più profondo: il parlare e l’ascoltare servano alla conversione, al ritorno a Dio, alla scoperta della verità in Cristo Gesù. Insomma, il linguaggio a servizio della sapienza e della Parola di Dio.

Anche Gesù nel linguaggio è figlio del suo tempo, anche lui usa un linguaggio apocalittico, da “ultima rivelazione” e parla del presente e del futuro: ma tutto questo non è semplice profezia come intendiamo noi, perché la profezia è lo sguardo del credente, lo sguardo illuminato dalla fede che ci fa vedere cone vede il Signore stesso, con quella chiarezza e verità che sono sue. Allora comprendiamo come le parole di Gesù non siano profezia di sventura ma ci aiutano ad essere vigilanti e a chiedere il suo stesso sguardo.

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