La Parola che conta: Martedì 17 settembre 2024 (rito ambrosiano)
Martedì della settimana della III Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Memoria di san Sàtiro
LETTURA Gc 1, 1-8
Lettura della lettera di san Giacomo apostolo
Giacomo, servo di Dio e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono nella diàspora, salute. Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla. Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti con semplicità e senza condizioni, e gli sarà data. La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare, mossa e agitata dal vento. Un uomo così non pensi di ricevere qualcosa dal Signore: è un indeciso, instabile in tutte le sue azioni.
SALMO Sal 24 (25)
Donaci, Signore, la tua sapienza.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno. R
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.
Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.
O Dio, libera Israele da tutte le sue angosce. R
VANGELO Lc 18, 1-8
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Iniziamo la lettura continua della lettera di Giacomo Apostolo. Già dall’inizio egli pone l’accento sulla fede: essa deve essere certa al punto di chiedere a Dio senza esitazione tutto quanto è necessario per vivere bene e vivere fedeli, anche nella prova. Pazienza, opere, sapienza sono alcuni dei doni che si possono chiedere e che “produce” la fede quando è retta e genuinamente fondata in Dio per messo di Gesù e dello Spirito.
Questa volta il brano evangelico esprime esplicitamente la “funzione” della parabola: “Il Signore Gesù disse ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”. Così il Maestro ricorre all’immagine del giudice iniquo e della vedova inopportuna che chiede giustizia: di fronte a questa narrazione Gesù sottolinea come la giustizia del Padre sia infinitamente migliore e più sollecita di quella del giudice iniquo; ma è un giustizia che perfeziona quella umana e la porta a compimento, purificandola da ogni sentore di parzialità e vendetta. La domanda conclusiva del brano, poi, è tremendamente seria: Gesù viene per suscitare e accrescere la fede nel Padre, in Lui e nello Spirito e si chiede se ne troverà ancora al suo ritorno glorioso. E’ davvero l’essenziale quello che dobbiamo cercare, vivere, accrescere.
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