La Parola che conta: Sabato 7 settembre 2024 (rito ambrosiano)
Sabato della settimana della I Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Memoria della beata Eugenia Picco
LETTURA Dt 11, 18-24
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «Porrete nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi; le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando sarai seduto in casa tua e quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte, perché siano numerosi i vostri giorni e i giorni dei vostri figli, come i giorni del cielo sopra la terra, nel paese che il Signore ha giurato ai vostri padri di dare loro. Certamente, se osserverete con impegno tutti questi comandi che vi do e li metterete in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui, il Signore scaccerà dinanzi a voi tutte quelle nazioni e voi v’impadronirete di nazioni più grandi e più potenti di voi. Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, sarà vostro: i vostri confini si estenderanno dal deserto al Libano, dal fiume, il fiume Eufrate, al mare occidentale».
SALMO Sal 94 (95)
Venite, adoriamo il Signore.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R
EPISTOLA Ef 2, 11-18
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
VANGELO Lc 17, 20-21
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. I farisei domandarono al Signore Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Cosa rende un popolo capace di imprese grandi, di stabilità e di successo? Mosè ricorda che solo la fedeltà alla Parola di Dio, che è legge, può portare a una vita personale e di popolo riuscita, degna, capace di successo. Ma attenzione: non secondo le logiche del mondo, perché tale ascolto, obbedienza, osservanza è attiva cioè chiede a tutti e ciascuno di comprenderne il significato profondo e farla propria.
Paolo ricorda agli Efesini e a noi che è la missione salvifica compiuta da Gesù Cristo a darci diventare fedelmente un solo popolo e che la vita dello Spirito e la sua legge saranno quelle che conteranno: il frutto della fede che riconosce questa grande opera è quella pace e quella fraternità che supera ogni differenza e che, anzi, le valorizza comprendo così quel mosaico vivo e ricco che è il volto del popolo di Dio.
L’affermazione di Gesù sul regno di Dio è duplice: anzitutto non attira l’attenzione, non usa effetti speciali; in secondo luogo è qui ed ora da quando Gesù si è incarnato. Dunque Gesù ha inaugurato quel tempo favorevole abitato dalla sua presenza che anche noi oggi viviamo, pur nel mistero.
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