La Parola che conta: Venerdì 6 settembre 2024 (rito ambrosiano)

Venerdì della settimana della I Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

LETTURA 1Pt 2, 13-25
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo

Carissimi, vivete sottomessi ad ogni umana autorità per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come inviati da lui per punire i malfattori e premiare quelli che fanno il bene. Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti, come uomini liberi, servendovi della libertà non come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re. Domestici, state sottomessi con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli prepotenti. Questa è grazia: subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio; che gloria sarebbe, infatti, sopportare di essere percossi quando si è colpevoli? Ma se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime.

SALMO Sal 22 (23)

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce. R

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome. R

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. R

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. R

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R

VANGELO Lc 16, 19-31
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Il testo della Prima lettera di Pietro ci sta accompagnando in questi giorni come lettura della liturgia: grazie ad esso siamo rientrati nel cuore pulsante della nostra fede, la roccia Cristo Gesù Salvatore e Messia, dal quale discendono una serie di osservazioni e indicazioni preziose su come vivere. Così oggi ci è detto di aspettarci delle contrarietà proprio a causa della fede nel Signore Gesù, anche se cerchiamo in tutti i modi di comportarci rettamente e rispettosamente nei confronti delle autorità costituite: allo stesso modo Gesù ha vissuto ed è andato incontro a patimenti e ingiustizia, lasciandoci un grande esempio, oltre che la salvezza. Chiediamo a Lui, “custode delle nostre anime”, di essere guidati sempre dal suo Spirito di fortezza e di verità.

La parabola dell’uomo ricco e del povero di nome Lazzaro ci introduce nel mistero di una fede che compie dei passi per riconoscere la salvezza e dunque la possibilità di lasciarsi salvare. Fin dal Primo testamento Mosè e i Profeti hanno annunciato la possibilità della conversione e della strada della carità quale via preferenziale per vivere la fede, animare la speranza e concretamente vivere l’amore: se il ricco non si è accorto del povero alla sua porta e non ha fatto nulla per lui, vuole dire che non ha avuto cuore e occhi per poterlo e volerlo vedere. La conversione è chiedere al Signore di cambiare il nostro sguardo e segnare il nostro cuore perché possiamo vedere come Lui vede e agire come Lui desidera: così non ci sarà bisogno di persuaderci di tutto questo nemmeno se uno tornasse vivo dai morti.

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