La Parola che conta: Venerdì 30 agosto 2024 (rito ambrosiano)
Venerdì della settimana della Domenica che precede il martirio di san Giovanni il Precursore
Memoria del beato Ildefonso Schuster, vescovo
LETTURA 1Mac 15, 15-23a. 24
Lettura del primo libro dei Maccabei
In quei giorni. Arrivarono da Roma Numènio e i suoi compagni, portando lettere per i re dei vari paesi. Esse dicevano: «Lucio, console dei Romani, al re Tolomeo, salute! Gli ambasciatori dei Giudei sono giunti a noi come nostri amici e alleati, per rinnovare l’antica amicizia e alleanza, inviati da Simone sommo sacerdote, e dal popolo dei Giudei. Hanno portato uno scudo d’oro di mille mine. Ci è sembrato bene perciò scrivere ai re dei vari paesi, perché non facciano loro del male, né facciano guerra alle loro città o alla loro regione, né combattano insieme a chi entri in guerra con loro. Ci è parso bene accettare da loro lo scudo. Se pertanto uomini pestiferi sono fuggiti dalla loro regione presso di voi, consegnateli a Simone, sommo sacerdote, perché ne faccia giustizia secondo la loro legge». Uguali espressioni scrissero al re Demetrio, ad Àttalo, ad Ariarate e Arsace e a tutti i paesi. Copia di queste lettere scrissero per Simone, sommo sacerdote.
SALMO Sal 66 (67)
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. R
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. R
La terra ha dato il suo frutto.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra. R
VANGELO Gv 1, 35-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo sul Signore Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
L’ambasciata presso i Romani dà buon esito: Lucio, console romano, invia delle lettere ai re della regione per comunicare che è stata sancita un’alleanza con i Giudei i quali ora si devono considerare “protetti” da Roma stessa, potendo esercitare il potere e la giustizia secondo le leggi proprie del popolo e della religione. Sappiamo che queste alleanza, pur meritorie che siano, non portano lontano perché legate al potente di turno; in ogni caso Gerusalemme e il popolo dei Giudei può cercare di vivere in pace e risollevarsi.
Il compito e la missione di Giovanni il Precursore sta nella sua affermazione “Ecco l’agnello di Dio!” con la quale indica Gesù e lascia che i suoi discepoli lo abbandonino per seguire il Messia, Cristo Signore: la grandezza di Giovanni sta tutta qui, nella consapevolezza di avere un compito preciso e di averlo portato a compimento. La storia che segue è fatta di incontri, inviti a rimanere presso Gesù, sguardi che si intrecciano e vocazioni svelate anche attraverso il cambio del nome che esprime il proprio compito, come Simone detto “Cefa”, cioè pietra. Chiediamo la grandezza dell’umiltà di Giovanni e la grazia di rinnovare sempre l’incontro con Gesù.
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