La Parola che conta: Martedì 27 agosto 2024 (rito ambrosiano)

Martedì della settimana della Domenica che precede il martirio di san Giovanni il Precursore

Santa Monica

LETTURA 1Mac 8, 1-7. 12-18

Lettura del primo libro dei Maccabei

In quei giorni. Giuda venne a conoscere la fama dei Romani: che essi erano molto potenti e favorivano tutti quelli che simpatizzavano per loro e accordavano amicizia a quanti si rivolgevano a loro e che erano forti e potenti. Gli furono narrate le loro guerre e le loro imprese gloriose compiute tra i Galli e come li avessero vinti e resi tributari; quanto avevano compiuto nella Spagna per impadronirsi delle miniere d’oro e d’argento che vi sono, e come avevano sottomesso tutta la regione con la loro saggezza e costanza, benché il paese fosse assai lontano da loro. Avevano vinto i re che erano venuti contro di loro dall’estremità della terra: li avevano sconfitti e avevano inflitto loro gravi colpi, mentre gli altri pagavano loro il tributo ogni anno. Avevano poi sconfitto in guerra e sottomesso Filippo e Persèo, re dei Chittìm, e quanti si erano sollevati contro di loro. Antìoco, il grande re dell’Asia, era sceso in guerra contro di loro con centoventi elefanti, cavalleria, carri e un esercito immenso, ma era stato sconfitto da loro, lo avevano preso vivo e gli avevano imposto di pagare, lui e i suoi successori, un tributo ingente. Avevano assoggettato i re vicini e quelli lontani, e quanti sentivano il loro nome ne avevano timore. Quelli che essi vogliono aiutare e far regnare, regnano; quelli che essi vogliono, li depongono, tanto si sono levati in alto. Con tutti questi successi nessuno di loro si è imposto il diadema né si è rivestito di porpora per fregiarsene. Essi hanno costituito un consiglio e ogni giorno trecentoventi consiglieri si consultano continuamente riguardo al popolo, perché sia ben governato. Affidano il comando e il governo di tutti i loro domìni a uno di loro per un anno e tutti obbediscono a quello solo e non c’è in loro invidia né gelosia. Giuda pertanto scelse Eupòlemo, figlio di Giovanni, figlio di Acco, e Giasòne, figlio di Eleàzaro, e li inviò a Roma a stringere amicizia e alleanza, per liberarsi dal giogo, perché vedevano che il regno dei Greci riduceva Israele in schiavitù.

SALMO Sal 36 (37)

Il Signore non abbandona i suoi fedeli.

Ancora un poco e il malvagio scompare:cerchi il suo posto, ma lui non c’è più.I poveri invece avranno in eredità la terrae godranno di una grande pace. R

Sta’ lontano dal male e fa’ il benee avrai sempre una casa.Perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi fedeli.Gli ingiusti saranno distrutti per sempre e la stirpe dei malvagi sarà eliminata. R

I giusti avranno in eredità la terrae vi abiteranno per sempre.Osserva l’integro, guarda l’uomo retto:perché avrà una discendenza l’uomo di pace. R

VANGELO Lc 3, 15-19

✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

È interessante la visione che Israele dà dei Romani: forti e potenti, capaci militarmente e nel governo, pronti ad assoggettare quanti vogliono e a fare pagare le tasse, non accentratori di potere ma governato da un consiglio, non riducono in schiavitù i popoli sottomessi. È tutto bene, ma dietro questa facciata si nascondono sempre idolatria e potere mondano.

Giovanni non ha nessuna tentazione riguardo al potere, nemmeno riguardo al potere spirituale: egli riconosce di essere colui che prepara la venuta di uno che è più forte di lui e che viene a battezzare in Spirito santo e fuoco. Ma non solo: viene per pulire, raccogliere e bruciare, lungi dunque da una visione irenica e buonista di un Gesù Messia che lascia passare tutto e tutti, tenendo intatto il desiderio del Padre che nulla vada perduto.

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