La Parola che conta: Giovedì 22 agosto 2024 (rito ambrosiano)

Giovedì della settimana della XIII Domenica dopo Pentecoste

Memoria della B.V. Maria Regina

LETTURA Ne 13, 15-22
Lettura del libro di Neemia

In quei giorni io Neemia osservai in Giuda alcuni che pigiavano nei tini durante il sabato, altri che trasportavano i covoni e li caricavano sugli asini, e anche vino, uva, fichi e ogni sorta di carichi, e li portavano a Gerusalemme in giorno di sabato; io protestai a motivo del giorno in cui vendevano le derrate. C’erano anche alcuni di Tiro stabiliti in città che portavano pesce e ogni sorta di merci e le vendevano durante il sabato ai figli di Giuda e a Gerusalemme. Allora io rimproverai i notabili di Giuda e dissi loro: «Che cosa è mai questo male che fate, profanando il giorno del sabato? I nostri padri non hanno fatto così? Il nostro Dio per questo ha fatto cadere su noi e su questa città tutti questi mali. Voi accrescete l’ira contro Israele, profanando il sabato!». Non appena le porte di Gerusalemme cominciavano a essere nell’ombra, prima del sabato, io ordinai che le porte fossero chiuse e che non si riaprissero fin dopo il sabato; collocai alcuni miei uomini alle porte: non doveva entrare nessun carico durante il sabato. Così i mercanti e i venditori di ogni merce una o due volte passarono la notte fuori di Gerusalemme. Allora io protestai contro di loro e dissi: «Perché passate la notte davanti alle mura? Se lo farete un’altra volta, stenderò la mano contro di voi». Da quel momento non vennero più durante il sabato. Ordinai ai leviti di purificarsi e di venire a custodire le porte per santificare il giorno del sabato. Anche per questo ricòrdati di me, mio Dio, e abbi pietà di me secondo il tuo grande amore!

SALMO Sal 68 (69)

Mi divora lo zelo per la tua casa, Signore.

Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.
Piangevo su di me nel digiuno,
ma sono stato insultato. R

Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato per loro oggetto di scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi deridevano. R

Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza. R

VANGELO Lc 14, 1-6
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

La conversione è sempre “laboriosa” e mai una volta per tutte: è questo il senso del brano di Neemia che ricorda come, nonostante i grandi giuramenti e il grande entusiasmo per la fede rinnovata e l’obbedienza a Dio, è facile ricadere nelle disobbedienze e nei vizi antichi, come per esempio non osservare il riposo sabbatico onorandone il suo vero significato.

Gesù è venuto per compiere le promesse del Padre e dunque dare la retta interpretazione alle parole e alle leggi che Egli aveva dato: così è per la legge sul sabato. Di fronte a fatti concreti (una persona malata, un bue caduto nel pozzo) Gesù risponde con il buon senso e delle azioni che intendono portare guarigione e salvezza, due caratteristiche del regno di Dio che viene in mezzo agli uomini. Il giorno del Signore, il sabato, è doveroso, non solo lecito, porre delle azioni per la salvezza, per la guarigione ed essere così testimoni viventi della presenza di Dio.

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