La Parola che conta: Mercoledì 21 agosto 2024 (rito ambrosiano)

Mercoledì della settimana della XIII Domenica dopo Pentecoste

Memoria di san Pio X, papa

LETTURA Ne 12, 27-31. 38-43
Lettura del libro di Neemia

In quei giorni. Per la dedicazione delle mura di Gerusalemme si mandarono a cercare i leviti da tutti i luoghi dove si trovavano, per farli venire a Gerusalemme, per celebrare la dedicazione con gioia, con azioni di grazie, con il canto, con cimbali, arpe e cetre. I cantori si radunarono dal distretto intorno a Gerusalemme, dai villaggi dei Netofatiti, da Bet-Gàlgala e dal territorio di Gheba e di Azmàvet, poiché i cantori si erano edificati villaggi nei dintorni di Gerusalemme. I sacerdoti e i leviti si purificarono e purificarono il popolo, le porte e le mura. Allora io feci salire sulle mura i capi di Giuda e formai due grandi cori. Il primo s’incamminò dal lato destro, sulle mura, verso la porta del Letame. Il secondo coro si incamminò a sinistra e io lo seguivo, con l’altra metà del popolo, sopra le mura, dalla torre dei Forni e fino al muro largo, e dalla porta di Èfraim alla porta Vecchia e alla porta dei Pesci, alla torre di Cananèl e alla torre dei Cento, fino alla porta delle Pecore, e si fermarono alla porta della Prigione. I due cori si fermarono nel tempio di Dio; così feci io, con la metà dei magistrati che si trovavano con me e i sacerdoti Eliakìm, Maasia, Miniamìn, Michea, Elioenài, Zaccaria, Anania con le trombe, e Maasia, Semaià, Eleàzaro, Uzzì, Giovanni, Malchia, Elam, Ezer. I cantori facevano sentire la voce e Izrachia ne era il direttore. In quel giorno il popolo offrì numerosi sacrifici e si rallegrò, perché Dio gli aveva concesso una grande gioia. Anche le donne e i fanciulli si rallegrarono e la gioia di Gerusalemme si sentiva di lontano.

SALMO Sal 47 (48)

Grande è il Signore nella città del nostro Dio.

Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re. R

Come avevamo udito, così abbiamo visto
nella città del Signore degli eserciti,
nella città del nostro Dio;
Dio l’ha fondata per sempre.
O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio. R

Circondate Sion, giratele intorno,
contate le sue torri,
osservate le sue mura,
passate in rassegna le sue fortezze. R

Per narrare alla generazione futura:
questo è Dio,
il nostro Dio in eterno e per sempre;
egli è colui che ci guida in ogni tempo. R

VANGELO Lc 13, 34-35
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

La dedicazione delle mura di Gerusalemme è un atto religioso che in qualche modo manifesta la gratitudine a Dio per la ricostruzione della città e del suo tempio e, insieme, vuole metterla sotto la protezione e lo sguardo del Signore che ha visto le buone intenzioni di quest’opera e le ha sostenute arrivando a questo solenne rito di dedicazione e di consacrazione. Il rito deve manifestare quelle intenzioni interiori e quella retta fede che intende conoscere, onorare, seguire e servire il Signore con costanza e perseveranza.

Il pianto di Gesù su Gerusalemme è una presa di coscienza amara di quanti, abitando in essa a praticando il tempio, non hanno accolto gli appelli dei profeti e, anzi, li hanno uccisi: suggestiva l’immagine salmica di Gesù che vuole raccogliere i figli di Gerusalemme proteggendoli e prendendosene cura “come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali”. La cosa peggiore che può capitare in una vita di fede è quella di essere abbandonati a se stessi senza più rapporto con il Signore: ma Gesù non demorde e ancora una volta si mostrerà, entrando in Gerusalemme, come il “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”.

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