La Parola che conta: Martedì 13 agosto 2024 (rito ambrosiano)

Martedì della settimana della XII Domenica dopo Pentecoste

Memoria facoltativa dei santi Ponziano, papa e Ippolito, sacerdote, martiri

LETTURA Ne 2, 9-20
Lettura del libro di Neemia

In quei giorni. Io Neemia giunsi presso i governatori dell’Oltrefiume e diedi loro le lettere del re. Il re aveva mandato con me una scorta di capi dell’esercito e di cavalieri. Ma lo vennero a sapere Sanballàt, il Coronita, e Tobia, lo schiavo ammonita, e furono molto contrariati per il fatto che fosse venuto un uomo a procurare il bene degli Israeliti. Giunto a Gerusalemme, vi rimasi tre giorni. Poi mi alzai di notte, io e pochi uomini che erano con me, senza parlare a nessuno di quello che Dio mi aveva messo in cuore di fare per Gerusalemme e non avendo altro giumento oltre quello che io cavalcavo. Uscii di notte per la porta della Valle e andai verso la fonte del Drago e alla porta del Letame, osservando le mura di Gerusalemme, che erano diroccate, mentre le sue porte erano consumate dal fuoco. Mi spinsi verso la porta della Fonte e la piscina del Re, ma non vi era posto per cui potesse passare il giumento che cavalcavo. Allora risalii di notte lungo il torrente, sempre osservando le mura; poi, rientrato per la porta della Valle, me ne ritornai. I magistrati non sapevano né dove io fossi andato né che cosa facessi. Fino a quel momento non avevo detto nulla, né ai Giudei né ai sacerdoti né ai notabili né ai magistrati né agli altri che si dovevano occupare del lavoro. Allora io dissi loro: «Voi vedete la miseria nella quale ci troviamo, poiché Gerusalemme è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco. Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme e non saremo più insultati!». Narrai loro della mano del mio Dio, che era benefica su di me, e riferii anche le parole che il re mi aveva riferite. Quelli dissero: «Su, costruiamo!». E misero mano vigorosamente alla buona impresa. Ma quando Sanballàt, il Coronita, e Tobia, lo schiavo ammonita, e Ghesem, l’Arabo, seppero la cosa, ci schernirono e ci derisero dicendo: «Che state facendo? Volete forse ribellarvi al re?». Allora io risposi loro: «Il Dio del cielo ci darà successo. Noi, suoi servi, ci metteremo a costruire. Ma voi non avrete né parte né diritto né ricordo in Gerusalemme».

SALMO Sal 50 (51)

Esalterò, Signore, la tua giustizia.

Tu gradisci la sincerità nel mio intimo,
nel segreto del cuore mi insegni la sapienza.
Fammi sentire gioia e letizia:
esulteranno le ossa che hai spezzato. R

Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. R

Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l’olocausto e l’intera oblazione;
allora immoleranno vittime sopra il tuo altare. R

VANGELO Lc 12, 49-53
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Neemia è sicuro della fede del Dio dei Padri che riconosce l’errore del suo popolo e dunque permette che vada incontro all’insuccesso e Gerusalemme alla rovina, ma non per sempre! Ecco allora che giunge il momento della ricostruzione: una ricostruzione faticosa, certo, ma benedetta dalla mano di Dio che riconosce la bontà delle intenzioni e delle azioni del popolo che, guidato da Neemia, mette mano alla ricostruzione delle mura di Gerusalemme.

Gesù viene a portare il fuoco che illumina, scalda ma soprattutto purifica dividendo le scorie dall’essenziale: pensiamo al grande tema dei desideri, delle intenzioni oppure del discernimento sulla volontà del Padre da cercare e mettere in pratica. Il battesimo di cui parla Gesù non ha niente a che fare con un rito: semmai evoca un passaggio da un prima a un dopo, un’immersione completa per abbandonare qualcosa di vecchio e morto per procedere sulla via della vita e della libertà (vedi il passaggio del Mar Rosso nell’Esodo). La divisione di cui parla Gesù non è assenza di pace e presenza di guerra, come parrebbe dalle parole, ma divisione per una decisione a favore del Signore stesso: insomma, occorre essere decisamente discepoli del Regno e avere nel centro della propria vita Gesù per vivere in modo giusto ogni relazione, anche le più familiari e strette.

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