La Parola che conta: Venerdì 26 luglio 2024 (rito ambrosiano)

Venerdì della settimana della IX Domenica dopo Pentecoste

Memoria dei santi Gioacchino e Anna, genitori della B.V. Maria

LETTURA 1Cr 29, 20-28
Lettura del primo libro delle Cronache

In quei giorni. Davide disse a tutta l’assemblea: «Benedite dunque il Signore, vostro Dio!». Tutta l’assemblea benedisse il Signore, Dio dei loro padri; si inginocchiarono e si prostrarono davanti al Signore e al re. Offrirono sacrifici al Signore e gli bruciarono olocausti il giorno dopo: mille giovenchi, mille arieti, mille agnelli con le loro libagioni, oltre a numerosi sacrifici per tutto Israele. Mangiarono e bevvero alla presenza del Signore in quel giorno con grande gioia. Di nuovo proclamarono re Salomone, figlio di Davide, e unsero per il Signore lui come capo e Sadoc come sacerdote. Salomone sedette sul trono del Signore come re al posto di Davide, suo padre; prosperò e tutto Israele gli fu sottomesso. Tutti i comandanti, i prodi e anche tutti i figli del re Davide si sottomisero al re Salomone. Il Signore rese grande Salomone agli occhi di tutto Israele e gli diede un regno così splendido, che nessun predecessore in Israele aveva mai avuto. Davide, figlio di Iesse, regnò su tutto Israele. La durata del suo regno su Israele fu di quarant’anni: a Ebron regnò sette anni e a Gerusalemme regnò trentatré anni. Morì in vecchiaia, sazio di anni, di ricchezza e di gloria. Al suo posto divenne re suo figlio Salomone.

SALMO Sal 131 (132)

Ami la giustizia, Signore, e l’empietà detesti.

Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono! R

Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
e i precetti che insegnerò loro,
anche i loro figli per sempre
siederanno sul tuo trono. R

Là farò germogliare una potenza per Davide,
preparerò una lampada per il mio consacrato.
Rivestirò di vergogna i suoi nemici,
mentre su di lui fiorirà la sua corona». R

VANGELO Lc 11, 21-26
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

Davide passa il regno al figlio Salomone avuto dalla relazione con Bersabea, moglie di Uroa l’Hittita. Salomone è colui che edifica il tempio e regna chiedendo la saggezza a Dio, data la sua giovane età e inesperienza. Quando la vita, le responsabilità, le scelte sono vissute cercando il volere di Dio, allora essere portano alla stabilità e alla giustizia; ma quando la vita, le responsabilità e le scelte diventano sempre più arbitrarie e autonome, allora si va incontro a problemi, instabilità e insuccessi.

Con molta probabilità Gesù utilizza la metafora della guardia al palazzo indicando la vigilanza che ciascuno deve avere nei confronti della propria vita, del proprio corpo e della propria interiorità (vita spirituale): occorre essere vigilanti perché il Nemico non ne approfitti pee tentarci ed installare dentro di noi il suo dominio fatto di vizi e non di virtù. La vita spirituale è sempre una lotta e una vigilanza.

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