La Parola che conta: Martedì 23 luglio 2024 (rito ambrosiano)

Santa Brigida, religiosa

Festa

LETTURA Gdt 8, 2-8
Lettura del libro di Giuditta

In quei giorni. Marito di Giuditta era stato Manasse, della stessa tribù e famiglia di lei; egli era morto al tempo della mietitura dell’orzo. Mentre stava sorvegliando quelli che legavano i covoni nella campagna, fu colpito da insolazione. Dovette mettersi a letto e morì a Betùlia, sua città, e lo seppellirono insieme ai suoi padri nel campo che sta tra Dotàim e Balamòn. Giuditta era rimasta nella sua casa in stato di vedovanza ed erano passati già tre anni e quattro mesi. Si era fatta preparare una tenda sul terrazzo della sua casa, si era cinta i fianchi di sacco e portava le vesti della sua vedovanza. Da quando era vedova digiunava tutti i giorni, eccetto le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i noviluni, le feste e i giorni di gioia per Israele. Era bella d’aspetto e molto avvenente nella persona; inoltre suo marito Manasse le aveva lasciato oro e argento, schiavi e schiave, armenti e terreni che ora continuava ad amministrare. Né alcuno poteva dire una parola maligna a suo riguardo, perché aveva grande timore di Dio.

LETTURA AGIOGRAFICA
Vita di santa Brigida, religiosa

Brigida, nata nel 1303 in Svezia da nobile famiglia, crebbe in un ambiente altamente qualificato per pietà e cultura. Secondo il costume del suo tempo, a quindici anni divenne sposa di un giovane buono e mite, che condivise le aspirazioni religiose della consorte. Dal loro matrimonio nacquero otto figli, che Brigida educò con la più solerte cura e responsabilità. Sotto la guida di sacerdoti, noti per santità di vita e solidità di dottrina, seppe organizzare sapientemente ogni sua giornata, dedicandosi alla casa, alla preghiera, allo studio della Sacra Scrittura e della letteratura religiosa, all’esercizio della carità soprattutto verso gli infermi. Il pellegrinaggio al santuario di San Giacomo di Compostella, compiuto in occasione del XXV anniversario del matrimonio, segnò un più profondo impegno nel cammino ascetico. Poco tempo dopo, rimasta vedova, rinunciò al mondo per dedicarsi interamente a servire il Signore, caratterizzando la sua vita con la penitenza e la meditazione della Passione del Signore e dei dolori di Maria Santissima. Si moltiplicarono, allora, in lei i fenomeni spirituali, che la resero celebre con il titolo di «mistica del Nord». «Umile alfiere con lettere di un grande Signore» (come ella amava definirsi), dotata di grande energia e di senso pratico, entrò nel vivo dei problemi politici del suo tempo, adoperandosi per la riforma della Chiesa e istituendo un nuovo Ordine religioso, consacrato al Santissimo Salvatore. In occasione dell’anno santo 1350, con i suoi consiglieri teologi venne a Roma per acquistare l’indulgenza del Giubileo, per ricevere l’approvazione del suo Ordine religioso e per sollecitare il ritorno del Papa a Roma da Avignone. Durante il soggiorno romano, che durò fino alla morte, intervenne con autorevolezza nelle cose pubbliche, mise in iscritto le sue esperienze mistiche e visitò, pellegrina infaticabile, i più famosi santuari d’Italia. Fu per tutti esempio di grandi virtù, sopportando per amore di Cristo sofferenze e umiliazioni. Coronò la sua attività apostolica e profetica con un pellegrinaggio in Terra Santa, che le permise di ricalcare le orme del Salvatore e di sperimentare eccezionali doni interiori. Morì a Roma, circondata dai suoi discepoli e assistita dalla figlia santa Caterina di Svezia, la mattina del 23 luglio 1373. Diciotto anni dopo il papa Bonifacio IX la iscrisse nel canone dei santi. Donna di contemplazione e di azione, e maestra di unità, nel 1999 santa Brigida è stata proclamata compatrona d’Europa da papa Giovanni Paolo II.

SALMO Sal 10 (11)

I giusti contemplano il tuo volto, Signore.

Il Signore sta nel suo tempio santo,
il Signore ha il trono nei cieli.
I suoi occhi osservano attenti,
le sue pupille scrutano l’uomo. R

Il Signore scruta giusti e malvagi,
egli odia chi ama la violenza.
Giusto è il Signore, ama le cose giuste;
gli uomini retti contempleranno il suo volto. R

EPISTOLA 1Tm 5, 3-10
Prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Carissimo, onora le vedove, quelle che sono veramente vedove; ma se una vedova ha figli o nipoti, essi imparino prima ad adempiere i loro doveri verso quelli della propria famiglia e a contraccambiare i loro genitori: questa infatti è cosa gradita a Dio. Colei che è veramente vedova ed è rimasta sola, ha messo la speranza in Dio e si consacra all’orazione e alla preghiera giorno e notte; al contrario, quella che si abbandona ai piaceri, anche se vive, è già morta. Raccomanda queste cose, perché siano irreprensibili. Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele. Una vedova sia iscritta nel catalogo delle vedove quando abbia non meno di sessant’anni, sia moglie di un solo uomo, sia conosciuta per le sue opere buone: abbia cioè allevato figli, praticato l’ospitalità, lavato i piedi ai santi, sia venuta in soccorso agli afflitti, abbia esercitato ogni opera di bene.

VANGELO Mt 5, 13-16
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Giuditta non confida affatto né nella sua bellezza fisica e nemmeno nella sua ricchezza materiale: scandisce la sua vita cercando di piacere a Dio vivendo nel suo timore e sapendo di essere in ogni caso benedetta da Colui che ha creato ogni cosa e che ogni cosa conosce.

Paolo parla della concretezza della vita del credente che sgorga da un cuore fedele e genuinamente attaccato al Signore Gesù: la carità verso il prossimo, verso chi ci è più vicino è il segnale che la fede e la vita viaggiano di paro passo e si aiutano vicendevolmente.

Essere luce e sale sono due caratteristiche del discepoli che si riscoprono sempre figli amati del Padre: nostro primo compito è alimentare questa relazione filiale attraverso Gesù che ci rende figli e ci fa conoscere Dio Padre; solo così noi potremo essere illuminati e illuminare a nostra volta quanti ci incontrano.

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