La Parola che conta: Giovedì 18 luglio 2024 (rito ambrosiano)
Giovedì della settimana della VIII Domenica dopo Pentecoste
18 Luglio 2024
LETTURA 1Sam 24, 2-13. 17-23
Lettura del primo libro di Samuele
In quei giorni. Quando Saul tornò dall’azione contro i Filistei, gli riferirono: «Ecco, Davide è nel deserto di Engàddi». Saul scelse tremila uomini valorosi in tutto Israele e partì alla ricerca di Davide e dei suoi uomini di fronte alle Rocce dei Caprioli. Arrivò ai recinti delle greggi lungo la strada, ove c’era una caverna. Saul vi entrò per coprire i suoi piedi, mentre Davide e i suoi uomini se ne stavano in fondo alla caverna. Gli uomini di Davide gli dissero: «Ecco il giorno in cui il Signore ti dice: “Vedi, pongo nelle tue mani il tuo nemico: trattalo come vuoi”». Davide si alzò e tagliò un lembo del mantello di Saul, senza farsene accorgere. Ma ecco, dopo aver fatto questo, Davide si sentì battere il cuore per aver tagliato un lembo del mantello di Saul. Poi disse ai suoi uomini: «Mi guardi il Signore dal fare simile cosa al mio signore, al consacrato del Signore, dallo stendere la mano su di lui, perché è il consacrato del Signore». Davide a stento dissuase con le parole i suoi uomini e non permise loro che si avventassero contro Saul. Saul uscì dalla caverna e tornò sulla via. Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio signore!». Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Davide disse a Saul: «Perché ascolti la voce di chi dice: “Ecco, Davide cerca il tuo male”? Ecco, in questo giorno i tuoi occhi hanno visto che il Signore ti aveva messo oggi nelle mie mani nella caverna; mi si diceva di ucciderti, ma ho avuto pietà di te e ho detto: “Non stenderò le mani sul mio signore, perché egli è il consacrato del Signore”. Guarda, padre mio, guarda il lembo del tuo mantello nella mia mano: quando ho staccato questo lembo dal tuo mantello nella caverna, non ti ho ucciso. Riconosci dunque e vedi che non c’è in me alcun male né ribellione, né ho peccato contro di te; invece tu vai insidiando la mia vita per sopprimerla. Sia giudice il Signore tra me e te e mi faccia giustizia il Signore nei tuoi confronti; ma la mia mano non sarà mai contro di te». Quando Davide ebbe finito di rivolgere a Saul queste parole, Saul disse: «È questa la tua voce, Davide, figlio mio?». Saul alzò la voce e pianse. Poi continuò rivolto a Davide: «Tu sei più giusto di me, perché mi hai reso il bene, mentre io ti ho reso il male. Oggi mi hai dimostrato che agisci bene con me e che il Signore mi aveva abbandonato nelle tue mani e tu non mi hai ucciso. Quando mai uno trova il suo nemico e lo lascia andare sulla buona strada? Il Signore ti ricompensi per quanto hai fatto a me oggi. Ora, ecco, sono persuaso che certamente regnerai e che sarà saldo nelle tue mani il regno d’Israele. Ma tu giurami ora per il Signore che non eliminerai dopo di me la mia discendenza e non cancellerai il mio nome dalla casa di mio padre». Davide giurò a Saul. Saul tornò a casa, mentre Davide con i suoi uomini salì al rifugio.
SALMO Sal 56 (57)
A te mi affido: salvami, Signore!
Pietà di me, pietà di me, o Dio,
in te si rifugia l’anima mia;
all’ombra delle tue ali mi rifugio
finché l’insidia sia passata. R
Invocherò Dio, l’Altissimo,
Dio che fa tutto per me.
Mandi dal cielo a salvarmi,
confonda chi vuole inghiottirmi;
Dio mandi il suo amore e la sua fedeltà. R
Innàlzati sopra il cielo, o Dio,
su tutta la terra la tua gloria.
Grande fino ai cieli è il tuo amore
e fino alle nubi la tua fedeltà. R
VANGELO Lc 10, 25-37
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova il Signore Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
La rottura tra Saul e Davide è secondo la volontà di Dio che si ritira dal primo mentre favorisce il secondo: questo potrebbe portare Davide ad agire diversamente ma non lo fa perché non si lascia vincere dalla tentazione della potenza e del potere visto che anche Saul è stato consacrato da Dio re all’inizio del suo “mandato”. In questo modo Davide, ma anche Saul, riconoscono l’ispirazione divina di quanto succede e soprattutto il primo riconosce quanto il Signore ha fatto e sta facendo per lui e per il suo popolo.
Il dottore della legge confida più sulla propria conoscenza (parziale) dei comandamenti che sulla reale volontà di Dio “nascosta” dentro quelle parole sacre e solenni. Gesù dal canto suo, essendo stato interrogato due volte, risponde al suo solito con una parabola, quella del buon samaritano. Colpiscono sempre due cose che sono utili alla nostra personale riflessione: il samaritano, non tenuto dalla legge a soccorrere uno sconosciuto (e forse pure straniero), si prende cura compiendo ben undici azioni coinvolgendo anche una terza persona; Gesù ribalda la seconda domanda del dottore della legge indicando nel prossimo colui al quale io, tu, noi ci avviciniamo.
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