La Parola che conta: Martedì 16 luglio 2024 (rito ambrosiano)

Martedì della settimana della VIII Domenica dopo Pentecoste

Memoria facoltativa della B.V. del monte Carmelo

LETTURA 1Sam 10, 17-26
Lettura del primo libro di Samuele

In quei giorni. Samuele convocò il popolo davanti a Dio a Mispa e disse agli Israeliti: «Dice il Signore, Dio d’Israele: Io ho fatto salire Israele dall’Egitto e l’ho liberato dalla mano degli Egiziani e dalla mano di tutti i regni che vi affliggevano. Ma voi oggi avete ripudiato il vostro Dio, il quale solo vi salva da tutti i vostri mali e da tutte le tribolazioni. E gli avete detto: “Costituisci un re sopra di noi!”. Ora mettetevi davanti a Dio distinti per tribù e per casati». Samuele fece accostare ogni tribù d’Israele e fu sorteggiata la tribù di Beniamino. Fece poi accostare la tribù di Beniamino distinta per casati e fu sorteggiato il casato di Matrì e fu sorteggiato Saul figlio di Kis. Si misero a cercarlo, ma non lo si trovò. Allora consultarono di nuovo il Signore: «È venuto qui quell’uomo?». Disse il Signore: «Eccolo nascosto in mezzo ai bagagli». Corsero a prenderlo di là ed egli si collocò in mezzo al popolo: sopravanzava dalla spalla in su tutto il popolo. Samuele disse a tutto il popolo: «Vedete dunque chi il Signore ha eletto, perché non c’è nessuno in tutto il popolo come lui». Tutto il popolo proruppe in un grido: «Viva il re!». Samuele espose a tutto il popolo il diritto del regno e lo scrisse in un libro, che depositò davanti al Signore. Poi Samuele congedò tutto il popolo, perché ognuno tornasse a casa sua. Anche Saul tornò a casa, a Gàbaa, e lo seguirono uomini valorosi, ai quali Dio aveva toccato il cuore.

SALMO Sal 32 (33)

Beato il popolo che ha il Signore come Dio.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini; R

Dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere. R

Il re non si salva per un grande esercito
né un prode scampa per il suo grande vigore.
Un’illusione è il cavallo per la vittoria,
e neppure un grande esercito può dare salvezza.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore. R

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R

VANGELO Lc 10, 13-16
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù parlava ai settantadue discepoli e disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

Il Signore, per bocca e per mezzo del suo profeta Samuele, sceglie un re che governi a suo nome il suo popolo: è la richiesta di quest’ultimo di avere una persona che li guidi, che diventi il loro comandante e “signore” nel nome dell’Altissimo. A questa richiesta il Signore acconsente, con dispiacere, perché il popolo avrebbe potuto fare a meno di questa “forma di governo” e di regno guardando direttamente a Dio piuttosto che a un suo rappresentante “politico” (sarebbe bastata la mediazione profetica, per esempio di Samuele, il profeta di questo periodo storico).

Gesù è netto ed usa parole inequivocabili nei confronti di quelle città che hanno rifiutato la sua testimonianza in parole ed opere e hanno rifiutato la testimonianza missionaria dei suoi discepoli: i segni e i prodigi sono funzionali a suscitare una decisione di fronte alla testimonianza in ordine alla fede nel Signore che lascia la responsabilità personale e la libertà di accoglierli o meno. E la fede altro non è che la trasmissione ininterrotta di un rapporto che ha la sua origine in Dio stesso e che, di uomo in uomo passando per la conferma di Gesù, giunge fino ai giorni nostri.

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