La Parola che conta: Venerdì 28 giugno 2024 (rito ambrosiano)
Venerdì della settimana della V Domenica dopo Pentecoste
Feria
LETTURA Dt 31, 24 – 32, 1
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di questa legge, ordinò ai leviti che portavano l’arca dell’alleanza del Signore: «Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell’arca dell’alleanza del Signore, vostro Dio. Vi rimanga come testimone contro di te, perché io conosco la tua ribellione e la durezza della tua cervice. Se fino ad oggi, mentre vivo ancora in mezzo a voi, siete stati ribelli contro il Signore, quanto più lo sarete dopo la mia morte! Radunate presso di me tutti gli anziani delle vostre tribù e i vostri scribi; io farò udire loro queste parole e prenderò a testimoni contro di loro il cielo e la terra. So infatti che, dopo la mia morte, voi certo vi corromperete e vi allontanerete dalla via che vi ho detto di seguire. La sventura vi colpirà negli ultimi giorni, perché avrete fatto ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno con l’opera delle vostre mani». Poi Mosè pronunciò innanzi a tutta l’assemblea d’Israele le parole di questo cantico, fino all’ultima: «Udite, o cieli: io voglio parlare. Ascolti la terra le parole della mia bocca!».
SALMO Sal 32 (33)
Beato il popolo che ha il Signore come Dio.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.
Il Signore guarda dal cielo:
egli vede tutti gli uomini; R
dal trono dove siede
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui, che di ognuno ha plasmato il cuore
e ne comprende tutte le opere. R
Il re non si salva per un grande esercito
né un prode scampa per il suo grande vigore.
Un’illusione è il cavallo per la vittoria,
e neppure un grande esercito può dare salvezza. R
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. R
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. R
VANGELO Lc 8, 26-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò.
Le parole della legge di Mosè scritte e poste a fianco dell’Arca dell’Alleanza servono, anche simbolicamente, a ricordare al popolo su quale via sono invitati a proseguire il loro cammino anche dopo la morte di Mosè e il passaggio a Giosuè per l’ingresso nella terra promessa: l’incostanze e la “dura cervice” condizionano le scelte e la fedeltà del popolo di Dio.
Gesù di fronte al Male e al Maligno in tutte le sue forme non ha dubbio alcuno: deve combatterlo e cacciarlo dall’uomo e dal mondo. Questa è la sua missione, espressa anche nella preghiera al Padre “Liberaci dal male”. E il Male lo sa, tanto che supplica di non tormentarlo. Il mistero del Bene, per noi chiamato Gesù Cristo, è più forte di ogni Male che può presentarsi o addirittura entrare in noi: dobbiamo davvero avere una fiducia piena nel Signore.
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