La Parola che conta: Sanato 22 giugno 2024 (rito ambrosiano)

Sabato della settimana della IV Domenica dopo Pentecoste

Memoria facoltativa di san Paolino da Nola, vescovo

LETTURA Lv 23, 26-32
Lettura del libro del Levitico

In quei giorni. Il Signore parlò a Mosè e disse: «Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno dell’espiazione; terrete una riunione sacra, vi umilierete e offrirete sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. In quel giorno non farete alcun lavoro, poiché è il giorno dell’espiazione, per compiere il rito espiatorio per voi davanti al Signore, vostro Dio. Ogni persona che non si umilierà in quel giorno sarà eliminata dalla sua parentela. Ogni persona che farà in quel giorno un qualunque lavoro io la farò perire in mezzo alla sua parentela. Non farete alcun lavoro. Sarà per voi una legge perenne, di generazione in generazione, in tutti i luoghi dove abiterete. Sarà per voi un sabato di assoluto riposo e dovrete umiliarvi: il nono giorno del mese, dalla sera alla sera seguente, farete il vostro riposo del sabato».

SALMO Sal 97 (98)

Acclamate al nostro re, il Signore.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani. R

Esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R

EPISTOLA Eb 9, 6b-10
Lettera agli Ebrei

Fratelli, nella prima tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrare il culto; nella seconda invece entra solamente il sommo sacerdote, una volta all’anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per quanto commesso dal popolo per ignoranza. Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era stata ancora manifestata la via del santuario, finché restava la prima tenda. Essa infatti è figura del tempo presente e secondo essa vengono offerti doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, colui che offre: si tratta soltanto di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni carnali, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.

VANGELO Gv 10, 14-18
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai farisei: «Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Il brano del Levitico riporta del parola che Dio rivolge a Mosè per il popolo che riguardano il giorno dell’espiazione da vivere in giorno di sabato osservando il riposo sabbatico ancora più fedelmente; l’unica attività consentita è quella di offrire sacrifici consumati dal fuoco. Così il popolo ridiventava santo e di Dio grazie al perdono dei peccati e alle offerte sacrificali; tra l’altro era l’unico giorno in cui il sommo sacerdote entrava nella “sancta sanctorum” in cui era presente l’Arca dell’Alleanza.

La lettera agli Ebrei “aggiorna” il giorno dell’espiazione parlando dello Spirito santo che ha preparato l’arrivo e la manifestazione della “via del santuario”, quella percorsa da Gesù che diventa sacerdote, offerta e vittima rendendo perfetta l’oblazione e compiuta l’espiazione grazie al dono del suo sacrificio.

I brevi versetti di Giovanni introducono e concludono la riflessione su Gesù che offre se stesso grazie alla figura del buon pastore che da la sua vita per le pecore: egli obbedisce alla volontà del Padre nel desiderio di offrire a tutti la salvezza grazie alla vita ricevuta dal Padre e offerta a sua volta.

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