La Parola che conta: venerdì 21 giugno 2024 (rito ambrosiano)
Venerdì della settimana della IV Domenica dopo Pentecoste
Memoria di san Luigi Gonzaga, religioso
LETTURA Dt 18, 1-8
Lettura del libro del Deuteronomio
In quei giorni. Mosè disse: «I sacerdoti leviti, tutta la tribù di Levi, non avranno parte né eredità insieme con Israele; vivranno dei sacrifici consumati dal fuoco per il Signore e della sua eredità. Non avrà alcuna eredità tra i suoi fratelli: il Signore è la sua eredità, come gli ha promesso. Questo sarà il diritto dei sacerdoti sul popolo, su quelli che offriranno come sacrificio un capo di bestiame grosso o minuto: essi daranno al sacerdote la spalla, le due mascelle e lo stomaco. Gli darai le primizie del tuo frumento, del tuo mosto e del tuo olio, e le primizie della tosatura del tuo bestiame minuto, perché il Signore, tuo Dio, l’ha scelto fra tutte le tue tribù, affinché attenda al servizio del nome del Signore, lui e i suoi figli per sempre. Se un levita, abbandonando qualunque città dove dimora in Israele, verrà, seguendo pienamente il suo desiderio, al luogo che il Signore avrà scelto e farà il servizio nel nome del Signore, tuo Dio, come tutti i suoi fratelli leviti che stanno là davanti al Signore, egli riceverà per il suo mantenimento una parte uguale a quella degli altri, senza contare il ricavo dalla vendita della sua casa paterna».
SALMO Sal 15 (16)
Il Signore è mia eredità e mio calice.
Agli idoli del paese,agli dèi potenti andava tutto il mio favore.Moltiplicano le loro pene quelli che corrono dietro a un dio straniero.Io non spanderò le loro libagioni di sangue,né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi. R
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:nelle tue mani è la mia vita.Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:la mia eredità è stupenda. R
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;anche di notte il mio animo mi istruisce.Io pongo sempre davanti a me il Signore,sta alla mia destra, non potrò vacillare. R
VANGELO Lc 7, 24b-35
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro. A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
La tribù di Levi ha funzione sacerdotale e per questo motivo è libera da ogni affanno terreno: unica eredità è il Signore e la sussistenza deriva dalle offerte destinate al culto. “Mia eredità è il Signore”: questa espressione di un salmo esprime sinteticamente e correttamente quanto espresso dal brano del Deuteronomio.
Gesù sottolinea come la sua testimonianza, preparata dalla missione di Giovanni il Battista, è sotto gli occhi di tutti e che può essere accolta solamente da chi è “figlio della sapienza”, ossia figlio di Dio il sapiente per eccellenza. Dobbiamo arrivare senza indugio ad assecondare lo Spirito santo che già abita in noi per riconoscere l’opera di Gesù nel mondo e nella nostra vita.
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