La Parola che conta: Giovedì 13 giugno 2024 (rito ambrosiano)

Giovedì della settimana della III Domenica dopo Pentecoste

Memoria di sant’Antonio da Padova, sacerdote e dottore della Chiesa

LETTURA Nm 27, 12-23
Lettura del libro dei Numeri

In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Sali su questo monte degli Abarìm e contempla la terra che io do agli Israeliti. Quando l’avrai vista, anche tu sarai riunito ai tuoi padri, come fu riunito Aronne tuo fratello, perché vi siete ribellati contro il mio ordine nel deserto di Sin, quando la comunità si ribellò, e non avete manifestato la mia santità agli occhi loro, a proposito di quelle acque». Sono le acque di Merìba di Kades, nel deserto di Sin. Mosè disse al Signore: «Il Signore, il Dio della vita di ogni essere vivente, metta a capo di questa comunità un uomo che li preceda nell’uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore». Il Signore disse a Mosè: «Prenditi Giosuè, figlio di Nun, uomo in cui è lo spirito; porrai la mano su di lui, lo farai comparire davanti al sacerdote Eleàzaro e davanti a tutta la comunità, gli darai i tuoi ordini sotto i loro occhi e porrai su di lui una parte della tua autorità, perché tutta la comunità degli Israeliti gli obbedisca. Egli si presenterà davanti al sacerdote Eleàzaro, che consulterà per lui il giudizio degli urìm davanti al Signore; egli e tutti gli Israeliti con lui e tutta la comunità usciranno all’ordine di Eleàzaro ed entreranno all’ordine suo». Mosè fece come il Signore gli aveva ordinato; prese Giosuè e lo fece comparire davanti al sacerdote Eleàzaro e davanti a tutta la comunità; pose su di lui le mani e gli diede i suoi ordini, come il Signore aveva detto per mezzo di Mosè.

SALMO Sal 105 (106)

Beati coloro che agiscono con giustizia.

Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.
Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie. R

Divennero gelosi di Mosè nell’accampamento
e di Aronne, il consacrato del Signore.
Irritarono Dio anche alle acque di Merìba
e Mosè fu punito per causa loro:
poiché avevano amareggiato il suo spirito
ed egli aveva parlato senza riflettere. R

Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perché ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.
Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
da sempre e per sempre. R

VANGELO Lc 6, 20a. 24-26
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

«Il Signore, il Dio della vita di ogni essere vivente, metta a capo di questa comunità un uomo che li preceda nell’uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore»: Il Signore desidera che il popolo abbia sempre un riferimento vero perché proceda sicuro della Sua guida; e così il passaggio da Aronne a Eleàzaro (sacerdoti), da Mosè a Giosuè (guida e profeta) viene sancito attraverso parole e gesti, un rito di vera e propria investitura che manifesti la realtà e la verità di quel servizio a Dio e a tutto il popolo.

Gesù stigmatizza la logica mondana in riferimento alla ricchezza (l’utilizzo dei beni), alla sazietà (il rapporto con la terra), al divertimento (il rapporto con la leggerezza del vivere), all’elogio del mondo (la ricerca del consenso): il profeta e credente è uomo di Dio che cerca la sua gloria e la sua via non la propria e la percorre seguendo appunto ciò che il mondo propone, desidera, chiede; la logica dell’uomo di Dio risiede nelle beatitudini proclamate da Gesù e vissute da Lui stesso come esempio per tutti.

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