La Parola che conta: Lunedì 6 maggio 2024 (rito ambrosiano)

Lunedì della VI settimana di Pasqua

LETTURA At 28, 1-10
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta. Gli abitanti ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo. Mentre Paolo raccoglieva un fascio di rami secchi e lo gettava sul fuoco, una vipera saltò fuori a causa del calore e lo morse a una mano. Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli abitanti dicevano fra loro: «Certamente costui è un assassino perché, sebbene scampato dal mare, la dea della giustizia non lo ha lasciato vivere». Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non patì alcun male. Quelli si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto sul colpo ma, dopo avere molto atteso e vedendo che non gli succedeva nulla di straordinario, cambiarono parere e dicevano che egli era un dio. Là vicino vi erano i possedimenti appartenenti al governatore dell’isola, di nome Publio; questi ci accolse e ci ospitò con benevolenza per tre giorni. Avvenne che il padre di Publio giacesse a letto, colpito da febbri e da dissenteria; Paolo andò a visitarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì. Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell’isola che avevano malattie accorrevano e venivano guariti. Ci colmarono di molti onori e, al momento della partenza, ci rifornirono del necessario.

SALMO Sal 67 (68)

Cantiamo al Signore e inneggiamo al suo nome.
Oppure Alleluia, alleluia, alleluia.

Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi;
come si scioglie la cera di fronte al fuoco,
periscono i malvagi davanti a Dio. R

I giusti invece si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome,
esultate davanti a lui. R

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R

VANGELO Gv 13, 31-36
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Quando Giuda Iscariota fu uscito, il Signore Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».

Il lungo viaggio di Paolo verso Roma conosce anche il naufragio sull’isola di Malta; qui ha l’occasione di guarire, grazie alla preghiera e all’imposizione delle mani, il padre del governatore dell’isola. Ma non solo: l’Apostolo si dà da fare e anche se morso da un serpente non ne accusa nessuna conseguenza: questo fatto è visto da chi lo accompagna prima come un chiaro segno di colpevolezza, poi come segno contrario come se fosse una divinità. Tali ragionamenti denunciano quale livello di superstizione era ai tempi apostolici e quanto invece risplendesse la testimonianza cristiana.

In pochi versetti Gesù parla della sua glorificazione: egli sa che sta per essere consegnato per essere condannato e crocifisso e andare là dal Padre per preparare un posto a ciascuno dei suoi; per questo lascia, di nuovo, il suo testamento: il comandamento nuovo “che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.

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