La Parola che conta: Giovedì 7 marzo 2024 (rito ambrosiano)
Giovedì della III settimana di Quaresima
GENESI 25, 5-6. 8-11
Lettura del libro della Genesi
In quei giorni. Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco. Invece ai figli delle concubine, che aveva avuto, Abramo fece doni e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione orientale. Poi Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi antenati. Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele, nella caverna di Macpela, nel campo di Efron, figlio di Socar, l’Ittita, di fronte a Mamre. È appunto il campo che Abramo aveva comprato dagli Ittiti: ivi furono sepolti Abramo e sua moglie Sara. Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il figlio di lui Isacco e Isacco abitò presso il pozzo di Lacai-Roì.
SALMO Sal 118 (119), 81-88
Mostrami, Signore, la luce del tuo volto.
Mi consumo nell’attesa della tua salvezza,
spero nella tua parola.
Si consumano i miei occhi per la tua promessa,
dicendo: «Quando mi darai conforto?». R
Io sono come un otre esposto al fumo,
non dimentico i tuoi decreti.
Quanti saranno i giorni del tuo servo?
Quando terrai il giudizio contro i miei persecutori? R
Mi hanno scavato fosse gli orgogliosi,
che non seguono la tua legge.
Fedeli sono tutti i tuoi comandi.
A torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto! R
Per poco non mi hanno fatto sparire dalla terra,
ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
Secondo il tuo amore fammi vivere
e osserverò l’insegnamento della tua bocca. R
PROVERBI 12, 17-22
Lettura del libro dei Proverbi
Figlio mio, chi dice la verità proclama la giustizia, chi testimonia il falso favorisce l’inganno. C’è chi chiacchierando è come una spada tagliente, ma la lingua dei saggi risana. Il labbro veritiero resta saldo per sempre, quello bugiardo per un istante solo. L’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace. Al giusto non può accadere alcun male, i malvagi invece sono pieni di guai. Le labbra bugiarde sono un obbrobrio per il Signore: egli si compiace di chiunque fa la verità.
VANGELO Mt 6, 25-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
La cronaca della storia di Dio con gli uomini continua narrando della morte di Abramo, delle sue disposizioni per i figli e per la sua discendenza, della sua sepoltura così come quella di Sara sua moglie: il dono della vita che continua come fiamma ora arde in Isacco e Ismaele che avranno due cammini differenti ma non per questo non altrettanto importanti.
Continua la serie dei detti, che assomigliano quasi a sentenze, del libro del proverbi: verità e giustizia sono collegati, così come la saldezza è il loro frutto; gioia e pace si conoscono, così come ai giusti è promesso che il male sia lontano. Non sempre per la verità tutto questo si avvera: in ogni caso una vita virtuosa e giusta ha sicuramente più impegno dietro le spalle e più gradita al Signore.
Davanti a questo brano del Vangelo mi viene spontanea una parola: Provvidenza divina. Essa è esattamente ciò che annuncia Gesù e il modo con il quale ci invita a vivere, non disimpegnandoci nel mondo, ma vivendo questo impegno sapendo che non dipende tutto da noi, dalle nostre mani, forze, capacità, qualità… Ciò che ci circonda, e in particolare la natura, ci ricorda a quali mani dobbiamo affidarci in ogni istante: quelle del Padre nostro celeste che sa bene ciò di cui abbiamo bisogno.
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