La Parola che conta: Martedì 8 agosto 2023 (rito ambrosiano)

Martedì della settimana della X Domenica dopo Pentecoste

Memoria di san Domenico, sacerdote

LETTURA 1Re 6, 1-3. 14-23. 30-38; 7, 15a. 21
Lettura del primo libro dei Re

L’anno quattrocentottantesimo dopo l’uscita degli Israeliti dalla terra d’Egitto, l’anno quarto del regno di Salomone su Israele, nel mese di Ziv, cioè nel secondo mese, egli dette inizio alla costruzione del tempio del Signore. Il tempio costruito dal re Salomone per il Signore aveva sessanta cubiti di lunghezza, venti di larghezza, trenta cubiti di altezza. Davanti all’aula del tempio vi era il vestibolo: era lungo venti cubiti, nel senso della larghezza del tempio, e profondo dieci cubiti davanti al tempio. Salomone dette inizio alla costruzione del tempio e la portò a termine. [Costruì i muri del tempio all’interno con tavole di cedro, dal pavimento del tempio fino ai muri di copertura; rivestì di legno la parte interna e inoltre rivestì con tavole di cipresso il pavimento del tempio. Costruì i venti cubiti in fondo al tempio con tavole di cedro, dal pavimento fino ai muri; all’interno costruì il sacrario, cioè il Santo dei Santi. L’aula del tempio di fronte ad esso era di quaranta cubiti. Il legno di cedro all’interno della sala era scolpito con coloquìntidi e fiori in sboccio; tutto era di cedro e non si vedeva una pietra. Eresse il sacrario nel tempio, nella parte più interna, per collocarvi l’arca dell’alleanza del Signore. Il sacrario era lungo venti cubiti, largo venti cubiti e alto venti cubiti. Lo rivestì d’oro purissimo e vi eresse un altare di cedro. Salomone rivestì l’interno della sala con oro purissimo e fece passare catene dorate davanti al sacrario che aveva rivestito d’oro. E d’oro fu rivestita tutta la sala in ogni parte, e rivestì d’oro anche l’intero altare che era nel sacrario. Nel sacrario fece due cherubini di legno d’ulivo; la loro altezza era di dieci cubiti. Ricoprì d’oro il pavimento della sala, all’interno e all’esterno. Fece costruire la porta del sacrario con battenti di legno d’ulivo e profilo degli stipiti pentagonale. I due battenti erano di legno d’ulivo. Su di essi fece scolpire cherubini, palme e fiori in sboccio; li rivestì d’oro e stese lamine d’oro sui cherubini e sulle palme. Allo stesso modo fece costruire nella porta dell’aula stipiti di legno d’ulivo a quadrangolo. I due battenti erano di legno di cipresso; le due ante di un battente erano girevoli, come erano girevoli le imposte dell’altro battente. Vi fece scolpire cherubini, palme e fiori in sboccio, che rivestì d’oro aderente all’incisione. Costruì il muro del cortile interno con tre ordini di pietre squadrate e con un ordine di travi di cedro. Nell’anno quarto, nel mese di Ziv, si gettarono le fondamenta del tempio del Signore. Nell’anno undicesimo, nel mese di Bul, che è l’ottavo mese, fu terminato il tempio in tutte le sue parti e con tutto l’occorrente. Lo edificò in sette anni. Modellò due colonne di bronzo. Eresse le colonne per il vestibolo dell’aula. Eresse la colonna di destra, che chiamò Iachin, ed eresse la colonna di sinistra, che chiamò Boaz.]

SALMO Sal 25 (26)

Signore, amo la casa dove tu dimori.

Lavo nell’innocenza le mie mani
e giro attorno al tuo altare, o Signore,
per far risuonare voci di lode
e narrare tutte le tue meraviglie. R

Signore, amo la casa dove tu dimori
e il luogo dove abita la tua gloria.
Non associare me ai peccatori
né la mia vita agli uomini di sangue. R

Ma io cammino nella mia integrità;
riscattami e abbi pietà di me.
Il mio piede sta su terra piana;
nelle assemblee benedirò il Signore. R

VANGELO Lc 11, 29-30
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Mentre le folle si accalcavano, il Signore Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione».

La costruzione del tempio di Salomone è una impresa davvero faraonica: lo deduciamo dalla descrizione minuziosa che abbiamo ascoltato nella prima lettura. Il tempio è il segno visibile della presenza invisibile di Dio: per questo la costruzione, la prima dimora in pietra e fissa dopo al tenda del convegno, deve essere significativa per grandezza e per qualità. E’ l’impresa che segna il regno di Salomone.

Gesù giudica la sua generazione come malvagia perché, nonostante la sua presenza ponga dei segni inequivocabili e dica parole chiare sulla presenza di Dio, essa non lo accoglie come Signore e come Messia: vuole continuamente segni, sì, ma come desiderano loro, senza la minima apertura alla novità del regno di Dio! Ed ecco che Gesù annuncia il “segno di Giona”, cioè il fatto che Gesù-Figlio dell’uomo sarà “inghiottito dalla terra” per poi rispuntare (con la risurrezione) dopo tre giorni, proprio come il profeta antico.

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