La Parola che conta: Venerdì 7 luglio 2023 (rito ambrosiano)

Venerdì della settimana della V Domenica dopo Pentecoste

LETTURA Dt 32, 45-52
Lettura del libro del Deuteronomio

In quei giorni. Quando Mosè ebbe finito di pronunciare tutte queste parole davanti a tutto Israele, disse loro: «Ponete nella vostra mente tutte le parole che io oggi uso come testimonianza contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, perché cerchino di eseguire tutte le parole di questa legge. Essa infatti non è una parola senza valore per voi; anzi è la vostra vita. Per questa parola passerete lunghi giorni nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano». In quello stesso giorno il Signore disse a Mosè: «Sali su questo monte degli Abarìm, sul monte Nebo, che è nella terra di Moab, di fronte a Gerico, e contempla la terra di Canaan, che io do in possesso agli Israeliti. Muori sul monte sul quale stai per salire e riunisciti ai tuoi antenati, come Aronne tuo fratello è morto sul monte Or ed è stato riunito ai suoi antenati, perché siete stati infedeli verso di me in mezzo agli Israeliti alle acque di Merìba di Kades, nel deserto di Sin, e non avete manifestato la mia santità in mezzo agli Israeliti. Tu vedrai la terra davanti a te, ma là, nella terra che io sto per dare agli Israeliti, tu non entrerai!».

SALMO Sal 134 (135)

Signore, il tuo ricordo resterà per ogni generazione.

Sì, riconosco che il Signore è grande,
il Signore nostro più di tutti gli dèi.
Tutto ciò che vuole
il Signore lo compie in cielo e sulla terra,
nei mari e in tutti gli abissi. R

Egli colpì i primogeniti d’Egitto,
dagli uomini fino al bestiame.
Mandò segni e prodigi
in mezzo a te, Egitto,
contro il faraone e tutti i suoi ministri. R

Colpì numerose nazioni e uccise sovrani potenti:
Sicon, re degli Amorrei, Og, re di Basan,
e tutti i regni di Canaan.
Diede in eredità la loro terra,
in eredità a Israele suo popolo.  R

VANGELO Lc 8, 26-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò.

È una parola per la vita quella che Mosè riferisce al popolo prima di raggiungere i suoi avi e rendere la vita a Dio: un perenne memoriale perché Israele si ricordi delle grandi cose che il Signore ha fatto per lui.

Una delle opere principali di Gesù è quella della liberazione dal maligno, cosa che accade spesso nei racconti evangelici. Quello che colpisce è la decisa a ferma opposizione di Gesù a che lo spirito impuro riveli prima del tempo la sua indentità di figlio di Dio: occorre percorrere un cammino deciso e lungo prima di professare con la vita la fede in Lui riconoscendolo Dio e Figlio di Dio.

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