La Parola che conta: Martedì 23 maggio 2023 (rito ambrosiano)

Martedì della VII settimana di Pasqua

Memoria facoltativa di san Beda il venerabile, sacerdote e dottore della Chiesa

LETTURA Ct 5, 6b-8
Lettura del Cantico dei Cantici

L’amato mio se n’era andato, era scomparso. Io venni meno, per la sua scomparsa; l’ho cercato, ma non l’ho trovato, l’ho chiamato, ma non mi ha risposto. Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città; mi hanno percossa, mi hanno ferita, mi hanno tolto il mantello le guardie delle mura. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate l’amato mio che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore!

SALMO Sal 17 (18)

Ti amo, Signore, mio Dio.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,
mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. R

Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è roccia, se non il nostro Dio?
Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino. R

Per questo, Signore, ti loderò tra le genti
e canterò inni al tuo nome.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre. R

EPISTOLA Fil 3, 17 – 4, 1
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

VANGELO Gv 15, 9-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Il Cantico dei Cantici esprime, nel desiderio dell’amata di stare e trovare l’Amato, tutto l’affetto e il trasporto sincero che anima chi sta nell’amore che comprende tutte le dimensioni della vita dell’uomo di ogni tempo. Così dovrebbe essere per noi nei confronti di Colui che ci ha amati per primi e che rimane l’Amato, il Signore Gesù rivelatore del Padre.

Restare saldi nel Signore è l’indicazione che ci viene dall’Apostolo Paolo che ci ricorda come il nostro destino e la nostra patria sia il cielo e il compimento della nostra vita è partecipare al “corpo glorioso” del Signore.

Rimanere è il verbo usato anche da Gesù per i suoi discepoli durante l’Ultima Cena: rimanere nel suo amore per partecipare della sua stessa gioia, quella gioia piena che, misteriosamente, abita nel cuore e nella vita di chi ha fede e che sostiene in ogni circostanza, lieta o triste, leggera o pesante, dolorosa o meno.

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