La Parola della Croce: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”, 24 marzo 2023, IV venerdì di Quaresima

4. “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” *

Venuto mezzogiorno si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò a gran voce: “Eloì, Eloì, lema sabactàni?” Che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. (Mc 15,33-34)

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Tu sei lontano dalla mia salvezza”:

sono le parole del mio lamento.

Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,

grido di notte e non trovo riposo.

(Sl 21,2-9)

Per riflettere

La quarta parola richiama la sofferenza di coloro che si sentono abbandonati da Dio. Quando Gesù gridò “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” si fece buio su tutta la terra, perché neppure la natura restò indifferente al dolore di Cristo sulla croce: se l’animo del Signore era nell’oscurità, allora anche il sole che Egli aveva creato doveva esserlo. Gesù prende su di sé i peccati del mondo, assume questa sofferenza per ciascuno di noi, affinché possiamo capire che cosa terribile sia per l’uomo essere privato di Dio, della Sua consolazione, della Sua salvezza. La morte in croce era l’atto di espiazione per tutta l’umanità: per coloro che abbandonano Dio, che dubitano della Sua presenza, che si sentono indifferenti a questo grande mistero.

Medita nel silenzio:

A volte anche un grido diventa preghiera. Gesù conosce i salmi, lo hanno accompagnato nella sua crescita interiore, nella presa di consapevolezza della sua identità. Li ha ascoltati, cantati come ninna nanna dalla madre, quand’era piccolo, li ha recitati nella sinagoga di Nazaret, in età adulta. Ha pregato con la Parola stessa di Dio. Gesù prega e le sue ultime parole sono un grido di angoscia, una richiesta di aiuto.”

Preghiera

Padre mio, io mi abbandono a te, 
fa’ di me ciò che ti piace. 
Qualunque cosa tu faccia di me, 
ti ringrazio. 
Sono pronto a tutto, accetto tutto, 
purché la tua volontà 
si compia in me e in tutte le tue creature. 
Non desidero niente altro, Dio mio; 
rimetto l’anima mia nelle tue mani 
te la dono, Dio mio, 
con tutto l’amore del mio cuore, 
perché ti amo. 
Ed è per me un’esigenza d’amore il darmi, 
il rimettermi nelle tue mani, 
senza misura, 
con una confidenza infinita, 
poiché tu sei il Padre mio.

(Charles de Foucauld)

* Le riflessioni sono liberamente tratte dal libro “Le ultime sette parole”, di Fulton J. Sheen, edizioni S. Paolo. I testi per le meditazioni personali sono tratte del libro “L’ultimo sì”, di Paolo Curtaz, edizioni S. Paolo.

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