La Parola che conta: Lunedì 27 febbraio 2023 (rito ambrosiano)

Lunedì della I settimana di Quaresima

GENESI 2, 4b-17
Inizia la lettura del libro della Genesi

Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d’acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi. Il primo fiume si chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la regione di Avìla, dove si trova l’oro e l’oro di quella regione è fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d’ònice. Il secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre attorno a tutta la regione d’Etiopia. Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre a oriente di Assur. Il quarto fiume è l’Eufrate. Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrài mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».

SALMO Sal 1

Chi segue il Signore avrà la luce della vita.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio
né i peccatori nell’assemblea dei giusti,
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. R

PROVERBI 1, 1-9
Inizia la lettura del libro dei Proverbi

Proverbi di Salomone, figlio di Davide, re d’Israele, per conoscere la sapienza e l’istruzione, per capire i detti intelligenti, per acquistare una saggia educazione, equità, giustizia e rettitudine, per rendere accorti gli inesperti e dare ai giovani conoscenza e riflessione. Il saggio ascolti e accrescerà il sapere, e chi è avveduto acquisterà destrezza, per comprendere proverbi e allegorie, le massime dei saggi e i loro enigmi. Il timore del Signore è principio della scienza; gli stolti disprezzano la sapienza e l’istruzione. Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre, perché saranno corona graziosa sul tuo capo e monili per il tuo collo.

VANGELO Mt 5, 1-12a
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Vedendo le folle, il Signore Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avrànno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Nelle ferie del tempo di Quaresima seguiamo i testi sacri di Genesi (l’inizio della storia sacra) e di Proverbi come commento al Vangelo di Matteo del discorso della montagna: essi esprimono l’esigenza della conversione nel confronto tra il testo biblico ed evangelico e le esigenze della vita morale cristiana.

L’opera di Dio è mirabile sia nella creazione del mondo e del paradiso terrestre, sia dell’uomo che, tratto dalla polvere, ha in sé la vita stessa di Dio. E anche noi confronti dell’albero della conoscenza del bene e del male il creatore non nasconde la sua funzione e le conseguenze cui andrebbe incontro se ne mangiasse l’uomo: è un limite di cui Adamo ha consapevolezza e del quale, con inganno e con tentazione fraudolenta, il serpente spinge a superare.

“Il timore del Signore è principio della scienza; gli stolti disprezzano la sapienza e l’istruzione”: i Proverbi, attribuiti a Salomone figlio di Davide che chiese come dono per regnare sul popolo di Dio la sapienza, esprimono la profonda verità che conoscere, essere saggi ed istruiti significa avere coscienza di essere creature e di avere a che fare con un Creatore e Signore che non desidera altro che il Bene delle proprie creature, camminando insieme ad esse nella scoperta.

L’insegnamento di Gesù è rivolto in primo luogo ai discepoli, ma non ne è esclusa la folla che ascolta ciò che il Maestro dice. E le beatitudini, che inaugurano il discorso della montagna, sono la “magna charta” del cristiano discepolo di Gesù perché indicano la strada (la beatitudine) e la meta (il regno dei cieli): non sono dunque uno sforzo volontaristico, bensì una via sicura in cui chiedere l’aiuto al Signore e vivere così come indicato nella certezza che essere poveri in spirito ed essere perseguitati per la giustizia fanno direttamente essere parte a questo regno dei cieli che è la Presenza misteriosa e reale di Gesù in ogni tempo e in ogni luogo.

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