La Parola che conta: Sabato 25 febbraio 2023 (rito ambrosiano)

Sabato della settimana dell’ultima Domenica dopo l’Epifania

LETTURA Es 35, 1-3
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Mosè radunò tutta la comunità degli Israeliti e disse loro: «Queste sono le cose che il Signore ha comandato di fare: Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte. In giorno di sabato non accenderete il fuoco, in nessuna delle vostre dimore».

SALMO Sal 96 (97)

Il Signore regna: esulti la terra.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. R

Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra. R

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R

EPISTOLA Eb 4, 4-11
Lettera agli Ebrei

Fratelli, si dice in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: «E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere». E ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo!». Poiché dunque risulta che alcuni entrano in quel riposo e quelli che per primi ricevettero il Vangelo non vi entrarono a causa della loro disobbedienza, Dio fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo mediante Davide, dopo tanto tempo: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!». Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. Dunque, per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico. Chi infatti è entrato nel riposo di lui, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie. Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.

VANGELO Mc 3, 1-6
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

All’inizio del cammino del popolo di Dio il Signore, attraverso Mosè, dona delle leggi e dei decreti “stringenti” che servono ai suoi figli per distinguersi da tutti gli altri popoli e così testimoniare una identità precisa: comprendiamo allora la legge del riposo sabbatico che, se infranta, porta come conseguenza addirittura anche la morte. Ricordiamo che questa è parole di Mosè che certamente riferisce quella di Dio, ma comunque è funzionale allo scopo di cui sopra.

La novità cristiana, la rivelazione piena di Dio attraverso l’opera di Gesù Cristo fa sì che anche la Scrittura e le vicende del Primo Testamento siano da interpretare in funzione del Nuovo Testamento: dunque il “nuovo giorno”, il “primo giorno dopo il sabato” (per noi la Domenica, giorno del Signore e della risurrezione di Gesù) diventa il nuovo giorno del riposo “sabbatico” perché è la novità e il compimento tanto atteso.

Possiamo interpretare anche il Vangelo in questa linea: Gesù compie il miracolo di guarire la mano inaridita dell’uomo proprio in giorno di sabato per sottolineare, stando alle sue parole, che “È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla”, trasformando la sua domanda agli interlocutori (che tacciono) in affermazione piena.

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