La Parola che conta: Lunedì 20 febbraio 2023 (rito ambrosiano)
Lunedì della settimana dell’ultima Domenica dopo l’Epifania
LETTURA Qo 1, 1-14
Lettura del libro del Qoèlet
Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re a Gerusalemme. Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. Quale guadagno viene all’uomo per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole? Una generazione se ne va e un’altra arriva, ma la terra resta sempre la stessa. Il sole sorge, il sole tramonta e si affretta a tornare là dove rinasce. Il vento va verso sud e piega verso nord. Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento. Tutti i fiumi scorrono verso il mare, eppure il mare non è mai pieno: al luogo dove i fiumi scorrono, continuano a scorrere. Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo. Non si sazia l’occhio di guardare né l’orecchio è mai sazio di udire. Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Ecco, questa è una novità»? Proprio questa è già avvenuta nei secoli che ci hanno preceduto. Nessun ricordo resta degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso quelli che verranno in seguito. Io, Qoèlet, fui re d’Israele a Gerusalemme. Mi sono proposto di ricercare ed esplorare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. Questa è un’occupazione gravosa che Dio ha dato agli uomini, perché vi si affatichino. Ho visto tutte le opere che si fanno sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento.
SALMO Sal 144 (145)
Santo e il Signore in tutte le sue opere.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare. R
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere. R
Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre. R
VANGELO Mc 12, 13-17
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. I capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono dal Signore Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.
“Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Ecco, questa è una novità»?”: nell’ultima settimana prima del tempo di Quaresima ascoltiamo, come prima lettura, il libro sapienziale del Qoèlet. In esso è manifestato quel sentimento umano che potremmo chiamare “rassegnazione” di fronte all’ineluttabile scorrere del tempo e al fatto che in questo tempo che scorre non si possano ravvisare grandi o piccole novità, proprio come espresso dal versetto citato all’inizio del commento. La vera novità sarà quel “Dio con noi” che si manifesterà nella vera carne e che darà quel senso al tempo che scorre come tempo favorevole, tempo della salvezza.
Il Vangelo fa’ proprio “il paio” al brano di Qoèlet perché Gesù distingue bene le cose del mondo dalle cose di Dio, del Padre: mentre le prime sono soggette a finire, a trovare una conclusione in questo orizzonte (il potere, la gloria, il denaro, la ricchezza, le cose materiali…), le cose di Dio invece assumono tutte un contorno diverso perché il compimento non è di questo mondo e in questo mondo, ma è quel Regno che si compie a partire dal cammino dell’uomo nel mondo, senza appartenergli.
Lascia un commento